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Se torniamo indietro nel tempo, facendo un confronto con le attuali carte geografiche, restiamo di stucco nell'osservare che gli antichi tracciavano i primi segni di cartine geografiche sulle pelli di animali o sugli alberi e che in epoche successive ai fini dell'orientamento ponevano su di esse qualche conchiglia o canna di bambù.
Con lo scorrere dei secoli giungiamo all'epoca medioevale quando la cartografia era nettamente influenzata dalla religione e dalle credenze a essa collegate. Ne sono testimonianza cartine che oggi appaiono anomale ai nostri occhi dal momento che la Chiesa riteneva piatta la Terra e poneva Gerusalemme al centro del mondo.
Nei tempi che seguirono cambiarono radicalmente le opinioni e le idee frutto del lavoro e dell'abilità di importanti studiosi e cartografi che hanno posto le basi delle carte geografiche che attualmente, con gli opportuni miglioramenti, utilizziamo; grazie a tali scoperte si segnalò l'aumento del numero delle mappe e delle cartine in grado di sostenere l'uomo durante i suoi viaggi.
Più gli studi si allargavano, più queste rappresentazioni sulla carta divenivano precise: i progressi nell'ambito della cartografia furono attuati principalmente da cartografi italiani, portoghesi, olandesi e francesi; un esempio? Rendere più veloce e facile la lettura della carta geografica grazie alla rete immaginaria di paralleli e meridiani.
Inoltre le linee costiere delle mappe furono perfezionate in seguito all'invenzione della bussola marina circa nel tredicesimo secolo.
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